Primo raduno 31 Agosto 1997
Introduzione
Vi preghiamo di inviarci notizie, foto e racconti della famiglia, che ci serviranno per preparare il prossimo raduno.
Presentazione di Luigi Menegatti
Chiesa Santa Maria Assunta - ore 12,00
Prima riunione a Foza delle Famiglie Marcolongo
Premessa
Rivolgo un caloroso benvenuto a tutti i presenti, da parte della Comunità di Foza.
Oggi in un altro dei Sette Comuni, Rotzo si ritrovano gli esponenti di un'altra antica famiglia dell'Altopiano, quella degli Slaviero.
Io stesso proprio un anno fa presentando il mio libro "Tempo di Radici", sottolineavo la necessità di riscoprire le nostre origini e i valori di cui gli antenati sono stati portatori.
Intervento
Un tempo nella nostra chiesa o presso il nostro cimitero, al suono della campana, si riunivano i capi famiglia per discutere, insieme, della vita e dell'economia della nostra comunità in quelle che venivano chiamate "convicinie".
Le convicinie più importanti avvenivano di solito in agosto quando anche i pastori erano tornati dalla pianura e le contrade si animavano festose di uomini ed animali. Le contrade, dette anche "colonnelli" rappresentavano la massima espressione della coesione familiare, tutti erano legati da parentela e i colonnelli insieme formavano una specie di federazione che aveva dato vita all'antico comune di Foza (Füsce in cimbro) a sua volta partecipe della "Reggenza dei Sette Comuni".
Al più antico dei colonnelli, quello di Gavelle (Kavelle) apparteneva tutta la vallata di Valcapra, dai Ciepar al Pruntall, fino al Valla e alla sorgente Konsato e al Kemple località questa ove erano stati ritrovati antichissime fibule e reperti etruschi, già conservati presso il Museo della Reggenza di Sette Comuni e purtroppo andati perduti a causa della Guerra Mondiale 1915-1918 che distrusse ogni cosa sull'altopiano.
Le famiglie Marcolongo sono da sempre nella Valcapra e nel Kemple e quindi sono tra i fondatori del paese.
Ripercorrendo alcune tappe della vita della nostra comunità, fondamentale appare il rapporto con i monaci benedettini del Monastero di Campese, che già nell'anno 1278 stipularono con i capi famiglia di Foza un contratto d'affitto dei beni appartenenti all'abbazia, divenendo i primi benefattori del paese.
Nella nostra chiesa conserviamo la pala attribuita al famoso pittore "Da Ponte" che richiama oltre che la nostra patrona, anche San Benedetto; il quadro riporta il serpente nel calice di San Giovanni per la nostra antica tradizione della comunione con il pane ed il vino, come avviene a Landenbach - Vürtenberg - in una regione del nord Europa, da dove i nostri antenati arrivarono a popolare questi monti.
Il convento di Campese, come atto di solidarietà verso la gente di Foza il 10 ottobre 1448, con Padre Martino d'Ungheria, priore del Monastero e d'intesa con Cristiano Teutonico, Parroco di Foza, donò tutti i beni ai capi famiglia con annesso lo "jus pactronati" (i capi famiglia nominavano il parroco) che durò fino al 1948 (500 anni) quando la convicinia rinunciò a tali prerogative nelle mani del Vescovo con l'attestazione del Sindaco Silvio Chiomento.
Marcolongo
La vita ufficiale dei rappresentanti di Marcolongo iniziò molto presto.
Nella convicinia del 26 agosto 1495 (500 anni fa) Ser Marcolongo, figlio di Gianese, fu eletto a rappresentare il comune nella lite contro Enego.
I Marcolongo all'inizio commerciavano i legnami, come molti del paese, ed erano piuttosto in vista tanto che nella vicinia del 23 febbraio 1528 i signori Giacomino e Gregorio furono nominati procuratori per acquistare il sale a Vicenza.
Il 15 settembre 1577 Ser Cristoforo Marcolongo fu eletto dal comune procuratore con 40 ducati di salario.
Il 3 maggio 1578 Gabriele Marcolongo dichiarava che era in procinto di partire per servire la Repubblica di Venezia nella Trireme.
Descrizione significativa dell'attività, dell'abbigliamento, del carattere degli uomini dell'epoca
Vicenza, 8 maggio 1614
Il giudice del Maleficio interroga Marco Marcolongo arrestato con Gheller e Cappellari per presunta collisione con i banditi di Foza
Interrogatorio
Tolto di prigione un uomo di grande statura, vestito di panno fratesco calze di tela rammendate, calzetti turchini, cappello di feltro, di 45 anni circa.
Interrogato rispose: "sono Marco Marcolongo, figlio di Giacomin di Foza, di professione boscaiolo, contadino e pastore".
Gli chiesero: "Vi erano dei banditi a Foza?".
Rispose: "Non so signore, sono stato nel padovano con le mie pecore per circa sette mesi".
Richiesto di che carica avesse a Foza rispose: "Mio padre è quello che comanda e assieme agli altri capi va alle riunioni, ma è il prete quello che comanda (allora era Don Giannatonio Gianesini)
I prigionieri vennero liberati a seguito di sommosse nei 7 Comuni.
Eremo di San Francesco
Gabriele Marcolongo, attorno al 1640 donò i terreni dove sorsero l'eremo e la chiesetta di San Francesco a Foza.
Il 18 settembre 1683 e per quarant'anni, esercitò come eremita o, come veniva chiamato in paese, come Romito, fra Gaspare Marcolongo, che fu il primo degli uomini di chiesa della famiglia.
Pastori
Nel 1700 troviamo parecchie famiglie di pastori nel padovano.
In particolare si menziona Battista Marcolongo con 200 pecore.
Domenico, Antonio e Giacomo con 50 animali ciascuno.
Nel 1864 il governo austriaco che gestiva il territorio con grande scrupolo decise un censimento in tutto il Veneto sia dei pastori sia dei luoghi ove svernavano. Sono riportate sette famiglie Marcolongo dislocate nelle provincie di Padova e Venezia.
All'avvenuta riunificazione dell'Italia (1866) e in seguito al venir meno dell'istituto del "Pensionatico" (diritto al pascolo) iniziò l'emigrazione massiccia verso paesi anche d'oltre oceano.
Periodo bellico
Sul finire della prima guerra mondiale, il parroco Don Giobatta Granzotto, morto profugo anche lui, elencò 89 persone appartenenti alle famiglie Marcolongo e i luoghi ove erano sfollati.
Vi furono anche dei caduti tra i soldati, così come vi furono nella seconda guerra mondiale.
Vi fu anche una figura di antifascista: Florindo, nato a Foza nel 1907, di professione bracciante emigrato in Belgio.
E' riportato nel libro: Di fronte e di profilo - schedati della Provincia di Vicenza tra il 1893 e il 1945 - Enzo Simini
Soprannomi
Testimonianze dell'importanza della famiglia è anche la grande diffusione di soprannomi, atti ad indicare con certezza le varie famiglie:
Mascaro, Mascareto, Mascaroni
Togneti, Troian, Userno
Zaiaer, March, Polento
Valla, Mercar, Cichelar
Nap, Sec, Cenk.
Buona permanenza e arrivederci al prossimo anno.