Foza, una comunita' una storia - Origine del cognome Marcolongo (di Franco Signori)
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Foza - Una Comunità una Storia |
Stampato presso le Officine di Bertoncello Artigrafiche in Cittadella (Padova) nel mese di Luglio 1991, a cura del Comitato Promotore per la Storia di Foza.
(pag. 347-350) - ANTICHE FAMIGLIE FOZESI E LORO SOPRANNOMI
Marcolongo
La stirpe di Marcolongo, diversamente da tante altre famiglie di Foza, deve la sua origine non a un nome, ma ad un soprannome. Lo troviamo indosso, la prima volta, ad un Gianese (Giovanni) soprannominato Longo.
Il figlio di costui, Marco, verra' a chiamarsi, appunto, Marco Longo e i suoi discendenti, figli e nipoti di Marcolongo.
Nel 1481 Marco Longo è a Valstagna in casa del capostipite dei Signori, un certo mastro Guglielmo sartor, detto il Signor, per mettersi d'accordo col figlio Giovanni e i fratelli Scalco e Giacomo per un carico di cinquanta piane di ventiquattro piedi di lunghezza ciascuna per 17 lire e 9 soldi, da consegnare come al solito alla posta o luogo consueto alla consegna del legname (A.S.Vi., Atto Not. Battista Ferrazzo, 6 aprile 1481).
Nella convicinia del 1591, Marcolongo si fa trovare sulla Piazza di Foza, davanti alla casa dei Ceschi, insieme allo zio paterno Bonato, fratello pare di Gianese e figlio di un altro Marco... (A.S.Vi., Atto Not. Battista Ferrazzi, 15 giugno 1591).
La discendenza di Marco Longo, da come ci viene presentata dai notai di Foza, e' la seguente: da Marco nascono quattro figli: Donato, Nicolò, Giacomo e Gianese.
Dal figlio Donato nasceranno Gabriele, Giacomino, Bortolo e Leonardo e dal figlio Nicolò, il piu' noto e il piu' documentato dei Marcolongo del Cinquecento (presente fra l'altro come rappresentante del comune al pagamento del nuovo campanile di Foza nel 1494), avranno origine Paolo e Gregorio.
E per ora basta cosi'!
Tanto Paolo che il fratello Gregorio assistono il padre Nicolò Marcolongo nei suoi traffici di legname, ma anche nei pascoli e nella pastorizia accumulando, anno dopo anno, un ingente quantitativo di beni in case, terreni, boschi e molini.
Alla sua morte, infatti, nessuna, ovvero ben poche famiglie a Foza, avranno tante terre, bestiame e case, come i Marcolongo...
Alla divisione del patrimonio paterno e materno, nel 1530, Paolo figlio di Nicolò, verra' ad avere una parte della casa nuova, costruita dal padre e dal fratello Donato in contrà della Villa (Piazza) e in più: 12 campi in contrà del Pubel, altri 12 al Chemple in Valcapra, altri 20 in località Zonlaite (Costa del Sole), altri sei al Lelmech in territorio di Gavelle e 25 campi al Lampach. Gregorio, invece, suo fratello, oltre al suo pezzo di casa nuova in Piazza, avra' 5 campi di terra ortoliva vicino a casa, 18 in contrà del Dornech in Valpiana, altri 20 in Valpiana, 8 in contrà Onstal, 7 al Pubel e 12 e mezzo nuovamente al Pubel, 16 in contrà dello Staich, 8 in quella dell'Artina, altri 10 al Dornech e altri 12 al Pubel (A.S.Vi.,Atto Not.Andrea Fincati, 5 agosto 1531).
Oltre agli affari di famiglia (nel 1535 i due comperano dallo zio Gianese anche la sua parte di molino, già da tempo in comproprietà con lui, sul fiume Oliero: A.S.Vi., Atto Not.Andrea Fincati, 4 maggio 1535), sia Gregorio che Paolo avranno tempo e modo di occuparsi anche di quelli del comune, a partire dal 1540... Nel 1543 Paolo è sindaco e Gregorio decano (A.S.Vi., Atto Not. Gaspare Gianese, 19 gennaio 1543). L'anno seguente Gregorio, sempre come decano e rappresentante dell'amministrazione comunale, farà valere il suo consiglio per la ricupera della montagna del Sasso Rosso (A.S.Vi., Atto Not. Gaspare Gianese, 11 agosto 1544) e nel 1545 sarà a Valstagna per vendere a Pellegrino Cropa, un appezzamento di terra arativa in quella località (A.S.Vi., Atto Not. Gaspare Gianese, 23 febbraio 1545).
Alla morte prematura di Gregorio, fra la primavera e l'estate del 1545, i figli in attesa di spartirsi l'eredità paterna sono cinque: Giacomo, Marco, Antonio, Nicolò e Giovanni...Ma qualsiasi divisione, per esplicita volontà paterna, è vincolata all' osservanza delle seguenti condizioni: che i cinque fratelli stiano insieme per altri otto anni, obbedendo al maggiore Giacomo e non vendano alcunchè di casa senza sua espressa licenza; che onorino e obbediscano allo zio Paolo come se fosse loro padre e rispettino la loro matrigna, Orsola, trattandola come madre (A.S.VI., Atto Not. Gasparo Gianese, 16 luglio 1545).
Due anni prima di Gregorio, nel 1543, era morto il cugino Gabriele fu Donato, lasciando tre figli maschi: Paolo, Stefano e Domenico. I tre nell' agosto dello stesso anno, riuniti insieme sull'aia della loro casa, in contà del Chesertal, regolavano le modalità della loro successione ai beni del padre: Paolo e Stefano divenivano proprietari della casa del Chesertal, con orto e mezzo campo di terra intorno; in più, si pigliavano altri cinque campi sempre nella stessa località, altri cinque campi e tre quarti al Langhe Raut, tre campi e mezzo in località Hilmech (o Lelmech) a Gavelle e finalmente altri 40 campi circa in località Steller...lasciando al fratello Domenico trenta campi di terra prativa, arativa e ronchiva al Gairech ai confini con Chiomenti (A.S.VI., Atto Not. Andrea Fincati, 19 agosto 1543).
Morti dunque i vecchi, verso la metà del Cinquecento, compaiono le nuove generazioni.
In comune e alle assemblee generali del paese, in Piazza o in casa degli stessi Marcolongo, al posto del padre Gregorio, nel 1568, c'è come decano il figlio Giovanni (in quello stesso anno egli vende al comune un appezzamento di terra in contrà de Marcolonghi: A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 5 gennaio 1568), e nel 1588, al posto dello zio Paolo Marcolongo, c'è, sempre come decano, il figlio Cristano (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati 11 novembre 1567; Atto Not.Gianesino Fincati, 21 novembre 1568; Atto Not. Pietro Maino, 30 gennaio 1583; Atto Not. Gianesino Fincati,6 novembre 1588).
Agli inizi del Seicento, alle assemblee generali o convicinie dei capifamiglia del comune, i Marcolongo presenti (senza contare dunque gli assenti) sono almeno dieci (A.S.Vi.,Atto Not. Antonio Fincati, 20 giugno 1602).
La stirpe, uscita verso la fine del Quattrocento, dal primo Marco Longo, sta dunque diramando e moltiplicandosi... per il meglio e il peggio.
Da un Giacomino fu ser Marco (che potrebbe essere benissimo uno dei cinque figli di Gregorio Marcolongo) discendono i due fratelli Marco e Bartolomio che il 25 ottobre 1629, alla morte del padre, si dividono i loro beni sparsi un po' dovunque su tutto il territorio del paese: al Pubel, in località Berchele, in località del Zogo, in contrà Cattani, in località Ghesbentle, Perenrauth e Chemple... (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 25 ottobre 1629).
Ma da un Giacomo, che potrebbe essere benissimo un altro figlio del vecchio nonno Gregorio, viene fuori anche un bandito, Vicenzo fu Giacomo Marcolongo, sorpreso nel 1628 ai Ronchi di Gallio e consegnato alle carceri, coll'imputazione di aver "commesso diversi odiosi sgualligi" qua e là sull'Altopiano e in Valle (A.S.Vi., Atto Not. Gianesino Fincati, 7 ottobre 1628).
E a cancellare forse l'onta della famiglia Marcolongo, verso il 1640, un fratello, pare, di nome Gabriele, regalerà alla comunità il terreno per la chiesa e il romitorio di San Francesco (A.S.Vi., Atto Not. Crestan Menegatti, 24 ottobre 1641).
Nel Settecento, i Marcolongo di Foza danno già vita a diverse contrade, situate in tre dei cinque colonnelli: a Gavelle si incontrano i Polent, i Valcapra, i Bos, i Valla e i Marcolongo del Chertal; al Pubel ci sono i Cichelar, i Cattanei e i Zanco; e nel colonnello di Stona, i Mercar della Valpiana (A.S.Vi., Atto Not. Lazzari, Indice dei Protocolli, anni 1755-1806).
Nell'Ottocento, vengono ad aggiungersi anche i Marcolongo di Piazza detti anche Troian (A.P.F., Libro d'Anime, 1811).
Soprannomi:
Risalgono quasi tutti, almeno stando ai documenti, verso gli inizi o la metà del Settecento.
Alcuni sono legati alla località abitata, come: Valla, Valcapra, Kertal (plurale Kertelar). Altri sono delle vere mende o si rifanno a dei soprannomi prestati da altre famiglie, come: Boes, Polento, Zanco, Cichelar, Marc (plurale Mercar), Cattani.
Sono dell'Ottocento: Cillio, Mascaro, Vester, Nap, Luserno, Sech, Bappo, Cench, Troian e Loss.
E finalmente del Novecento: Mascaretto, Mascaroni, Tognetti.
(pag. 152) - Marcolongo, famiglia
130. Gli abitanti di Foza, che alla fine del Quattrocento, non superavano le duecento unità e nel 1527, si aggiravano intorno ai 225, nel 1571 diventavano 700, 900 nel 1587 e più di mille verso la fine del secolo.
Oltre alla popolazione, aumentava anche (almeno per certe famiglie più intraprendenti) la ricchezza patrimoniale.
Il 15 agosto 1531, in casa Marcolongo, in contrà della Villa, i due fratelli Paolo e Gregorio figli del fu Nicolò dividono fra loro i beni paterni e materni sino allora tenuti insieme.
Paolo ha in assegnazione: una mezza casa, murata, solerata e coperta a scandole, dove abita insieme col fratello Gregorio e con gli eredi di Donato Marcolongo.
Inoltre: una pezza di terra, prativa, arativa e ortoliva di circa dodici campi "in contrata del Puvel"; un'altra pezza di terra arativa e prativa di dodici campi circa, con mezza tezza in comune con lo zio Gianese "in contrata de Val Cavra"; un altro appezzamento di sei campi circa con tezza, già proprietà di Leonardo Slicter, sempre in Valcapra in località Chemple; un altro appezzamento di terra prativa e ronchiva "in contrata Zonlaiter" nei pressi della via per il Gairech; un'altra pezza di terra arativa e ronchiva "in contrata de Lelmech" di sei campi, circa, confinante con le proprietà dei Martini, dei Marcolongo e dei Perenzani; e altri 25 campi di bosco "in contrata de Lampach", confinante coi beni dei Contri; da ultimo una casetta con terra ortoliva e un praticello, già proprietà di Gottardo Pisfa...
Al fratello Gregorio viene assegnata pure: una parte della casa nuova, murata, solerata e coperta a scandole, in coabitazione con Paolo, con la porzione di cortile.
Inoltre: una pezza di terra prativa e arativa, confinante con la casa stessa paterna in contrà della Villa (cinque campi circa); un altro appezzamento di terreno prativo e arativo "in contrata del Dornech", di circa 18 campi, confinante a sera colla Valpiana; un'altra pezza di terra prativa, arativa e ronchiva con una tezza nuova, murata e coperta di paglia, in Valpiana, di circa 20 campi o più nei suoi confini; un'altro appezzamento di otto campi "in contrata On Stal", a mattino della Valpiana e a mezzogiorno del Dornech; altri sette campi di terra prativa e arativa "in contrata del Puvel"; altri 16 di terra ronchiva"in contrata del Staich"; altri 8 di terra ronchiva con casetta sopra "in contrata de Artina"; dieci campi circa di terra arativa e ronchiva "in contrata del Dornech"; infine altri 12 campi di prato "in contrata del Puvel". Senza contare un credito con Pietro Berti sulle cui modalità di liquidazione bisognerà accordarsi (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 15 agosto 1531).
(pag. 148) - Marcolongo, famiglia
118. Fra le famiglie più attive nel settore spiccano a Foza i Marcolongo. Il 6 aprile 1481, a Valstagna nella sartoria del paese, un mio antenato " Signori ", mastro Giovanni,sartor figlio di Guglielmo, a nome anche dei fratelli Scalco e Giacomo, tratta col capostipite dei Marcolongo di Foza e cioè con Marco fu Gianese Longo, per una partita di legname da costruzione, da condursi e consegnarsi per la metà di giugno 1481 "ad postam vie Fuzie loco consueto" e cioè penso, lungo la via delle Laite in località Repossa (A.S.Vi., B.Ferrazzo, 6 aprile 1481).
Il commercio di legname si combinava spesso con quello dei buoi, necessari al trasporto del prezioso materiale fuori dai boschi. Un atto notarile del 1492 ci fa incontrare, ad esempio, a Valstagna, uno dei figli di Marcolongo, Nicolò a trattare per diciotto ducati d'oro la vendita ad un altro " fozato ", interessato come i Marcolongo al taglio del legname, certo Domenico Sliter fu Pietro, di un paio di buoi...(A.S.Vi.Atto Not.B.Ferrazzo, 16 gennaio 1492)...
(pag. 151) - Marcolongo, famiglia
126. ... In caso di bisogno, ci si poteva rivolgere al molino dei Marcolongo sull'Oliero (A.S.Vi.,Atto Not. Andrea Fincati, 4 maggio 1535; 27 dicembre 1544)...
(pag. 158) - Marcolongo, famiglia
160. La prima delibera "stradale" riguarda la strada che, staccandosi da quella per Gallio, scendeva per il " Rostaic sino alla Val Frenzela". Il 4 settembre si dà incarico a messer Pietro Marcolongo fu Gasparo di mantenerla in efficienza anche d'inverno. In effetti il Marcolongo si obbliga :
"Primo...di tarezzare tutti li selesati et mantener netta da sassi detta strada tutta dalla sua habitatione qui in Foza sino alla via di Gallio nella Frenzela, et conservar li selesati medesimi et più tosto accrescerli che diminuirli et tener anco in registro le stangade sive pallificate che in essa si ritrovano;
Secondo doverà tener in acconcio et ben regulati tuti li muri che sostentano detta strada, eccetuato in tempo d'innondationi.
Terzo,doverà romper il giazzo in tempo d'inverno nelli sitti soliti occorrere per detta strada con butarvi sopra della terra, acciò gli animali con maggior sicurezza possano camminarvi sopra..." ( A.S.Vi., Atto Not. F. Antonio Omizzolo, 4 settembre 1704)...
(pag.178) - Marcolongo, famiglia
318. La prima lite, registrata dai notai di Foza del Cinquecento, risale al 1534, e riguarda le famiglie Marcolongo e Gheller. La causa è data dalla dote di donna Lucia, che i Gheller esigono di riavere completamente di ritorno dai Marcolongo. Rimessa all'arbitrato di due persone di fiducia, il parroco prè Giorgio Dalla Costa e ser Martino Cappellari, avrà la seguente conclusione: che ser Leonardo (Marcolongo) a nome suo e degli eredi di suo padre Donato sia tenuto a dare a Pietro (Gheller) per resto di dote lire 30 e che Pietro debba rilasciare a sue spese ricevuta notarile di pagamento ai Marcolongo (A.S. Vi, Atto Not. Andrea Fincati, 1534,9 giugno; 18 luglio).
(pag.175) - Marcolongo Antonio, sindaco
288. ...a presentarsi a Venezia, insieme, ai sindaci e ai rappresentanti della comunità locale, Antonio Marcolongo ...davanti al Tribunale del Consiglio dei Dieci (A.S.Vi.,Atto Not.F.Antonio Omizzolo,4 agosto 1715, 9 luglio 1715).
(pag. 181) - Marcolongo Antonio
333. A.S.Vi.,Atto Not. Crestan Menegatti,15 agosto 1662. La vedova di Pasquale Gheller, rimasto ucciso in una lite coi Lunardi, in seguito alla pace del 27 luglio 1661, fa procura al genero Antonio Marcolongo perchè si rechi a Vicenza presso l'Ufficio del Malefizio, a ritirare la denuncia a carico dei Lunardi.
(pag.413) - Marcolongo Antonio fu Domenico
VAL CELARGHE. Il 2 ottobre 1768, Antonio Marcolongo fu Domenico cede al comune di Foza, in cambio di un prestito in denaro , due campi e cento tavole di terreno " in contrà Valcelarghe " ( A.S.Vi.,Atto Not. Michele Lazzari, 2 ottobre 1768 ).
(pag.154) - Marcolongo Zuanne, Gaspare, Marco, Antonio
146. ...Ed ecco la lista dei boari " di questo loco che hanno dannificato il bosco di Campo Galina et Castelieri: ...messer Zuanne quondam Bernardin Marcolongo, messer Gaspare quondam Pasqual Marcolongo, messer Marco di Antonio Marcolongo, messer Zuanne Horo detto il Peranzan, messer Benedetto di Piero Lunardi, messer Benedetto quondam Francesco di Lunardi, messer Antonio Marcolongo quondam Mattio "(A.S.Vi.,Atto Not. Marco Lunardi,23 agosto 1676 )...
(pag.169) - Marcolongo Bartolomeo
244. ...La prima volta che il comune potrà rimetter all'asta la montagna così ricuperata sarà nel 1718. Essà sarà allora prelevata da Bartolomeo Marcolongo fu Antonio per 380 troni all'anno, alle solite condizioni. (A.S.Vi.,Atto Not.A. Ferdinando Omizzolo,13 giugno 1718).
(pag.374) - Marcolongo Marco e Bartolamio
CATTAGNI. E' l'ultima contrada o abitato di Foza, sulla via di Enego, prima di imboccare le gallerie che conducono in Valgadena.
E' nominata in un atto di divisione patrimoniale dei fratelli Marco e Bartolamio Marcolongo del 25 ottobre 1629 ( A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 25 ottobre 1629 )...
(pag.400) - Marcolongo
POLENTI. Contrada della Valcapra, sull' antico sentiero delle Laite. Deve la sua denominazione a un sopranname dei Marcolongo (A.S.Vi., Foza, Mappa Austriaca del 1835).
(pag.159) - Marcolongo Cristiano, sindaco
169. Il 1 luglio 1578, il sindaco di Foza Cristano Marcolongo si recava a Vicenza, al tribunale del Malefizio, per rispondere del taglio abusivo nei boschi di Marcesina dei suoi uomini. Durante il dibattito egli doveva sostenere che "detti uomini di Foza erano stati soliti per il passato tagliare legnami da opera nelli Boschi della montagna di Marcesina di questa magnifica Città, così permettendo essa magnifica Città per sua benignità e grazia, acciocché essi poveri di Foza potessero con qualche utile cavar il vivere delle loro povere famiglie...(B.B.Vi.,Archivio Torre,B.252, "Stampa per la fedelissima Città di Vicenza contro la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. Al laudo").
Assolti e diffidati dal continuare a tagliare nei boschi di Vicenza, i boscaioli di Foza sarebbero tornati ben presto al lavoro.
(pag.47) - Marcolongo Cristiano
All'atto del rinnovo. nel 1583.........pagare il cosidetto sussidio al Principe, le colte reali, le tasse dei Sette Comuni e levar fuori dal carcere di Vicenza ser Cristiano Marcolongo ovvero suo figlio, finitovi dentro per i debiti del comune.
(pag.162) - Marcolongo Cristiano
178. ...E' del 2 febbraio 1578 un atto di procura della convicina comunale, col quale si incaricano i consiglieri ser Cristiano Marcolongo, ser Valentino Lunardi e ser Gianese Omizzolo a riferire a Vicenza la situazione penosa e insostenibile della popolazione, in lotta continua con quei di Grigno...
(pag.376) - Marcolongo Domenico, Paolo e Stefano
CHESERTAL. Ovvero Valle della Chèsera. La contrada o abitato di questo nome compare in un atto di divisione tra i fratelli Domenico, Paolo e Stefano Marcolongo del 1543, e figura confinante coi beni dei Gheller ( A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 9 agosto 1543 ).
(pag.392) - Marcolongo Domenico, Paolo e Stefano
LANGHERAUT. ...Il nome di Langheraut, comunque, è molto più antico nella toponomastica fozese, apparendo già, la prima volta, in un atto di divisione patrimoniale dei fratelli Domenico, Paolo e Stefano Marcolongo fu Gabriele dell' anno 1543 ( A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 19 agosto 1543 ).
(pag.410) - Marcolongo Domenico, Paolo e Stefano
Stellereche. Nell'atto di divisione dei beni patrimoniali dei fratelli Domenico, Paolo e Stefano Marcolongo del 1543, in cui si fa menzione della località Stellar (v.), ci si incontra anche con il Colle degli Steller o Stellereche, che, evidentemente, è la stessa cosa (A.S.Vi., Atto Not.Andrea Fincati, 19 agosto 1543).
(pag.317) - Marcolongo Ernesto
1979, 8 maggio. Si celebra in parrocchia la Giornata di Solidarietà per il compaesano Ernesto Marcolongo, che in un incendio ha perso quasi per intero la casa.
(pag.275) - Marcolongo Francesco, prete
1744, II luglio. Arriva a Foza nel tardo pomeriggio da Gallio il cardinale Carlo Rezzonico......come del resto vivono a casa loro il diacono, Francesco Marcolongo .....
(pag.276) - Marcolongo Francesco, prete
1763, 10 giugno. E' a Foza, proveniente da Enego, il delegato vescovile, monsignor Marco Corner. .....Quanto al clero a servizio in parrocchia o del paese, è costituito.....da don Francesco Marcolongo di Foza.....
(pag. 278) - Marcolongo Francesco, prete
1763, 24 luglio. Don Giacomo Omizzolo, ha accettato la nomina a parroco della Friola, e al suo posto la convicinia generale, riunita, come al solito,in chiesa parrocchiale, ha eletto don Francesco Marcolongo (A.S.Vi., Atto Not. Michele Lazzari, 24 luglio 1763).
(pag. 142) - Marcolongo G.B.
30. Negli anni 1680-1682, ad esempio, il capolista dei governatori è G.B. Marcolongo (A.S.Vi., Atti M.Lunardi, 4 novembre 1680; 22 luglio 1681; 17 maggio 1682).
(pag. 168) - Marcolongo G.B.
240. E' quanto si può desumere dall'atto notarile del notaio Stefano Menegatti del 27 agosto 1677. In quella data i governatori del comune G.B. Marcolongo e Battista Contri detto Trullo, in obbedienza al mandato del Vicario Pretorio di Vicenza del 13 maggio 1677, richiesto e ottenuto dal Sartori, dichiarano di essersi recati sul posto della contesa a far "piantare li ter- mini di pietra fra il Sasso Rosso e i Biasia.....dove anticamente erano".
(A.S.Vi.,Atto Not. Stefano Menegatti, 27 agosto 1677).
(pag. 368) - Marcolongo G.B.
Binchel. Località nei pressi di Gavelle, oggi chiamata contrada Furlani.
Il nome, di chiara origine tedesca, significa Angolo (=Winkel).
Il toponimo Binchel si fa incontrare in un documento del 28 settembre 1682, stipulato in chiesa parrocchiale, dove i massari di chiesa G.B. Marcolongo e Francesco Chiomento, insieme al parroco, vendono agli eredi del fu Giacomino Gheller un campo e tre quarti di terra al Binchel, in contrà Gavelle, entro i suoi confini e per un certo prezzo (A.S.Vi., Atto Not. Marco Lunardi, 28 settembre 1682).
(pag. 394) - Marcolongo , famiglia
Marcolonghi. La contrada, che prende nome dalla famiglia fozese dei Marcolongo, una delle più antiche e rappresentative della comunità (Vedi: A.S.Vi., Atto Not. Battista Ferrazzo, 6 aprile 1481), è già presente nella toponomastica locale, a partire dal 1568 (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 5 genaio 1568).
Con ogni probabilità, essa va ubicata in Valcapra.
(pag. 105) - Marcolongo Gabriele
Oratorio di San Francesco......La prima notizia di questo oratorio, eretto dalla comunità per iniziativa di Gabriele Marcolongo ma a <<beneficio del padre fra Bastian Galasin di Foza>>, è del 24 ottobre 1641......
(pag. 254) - Marcolongo Gabriele
1643, II agosto. I governatori del comune,capeggiati da misser Gabriele Marcolongo, rinnovano con Zuanne Bortolini di Marostica e Zuanne Crestani di Bassano un contratto per la sistemazione del sagrato e del campanile...... (A.S.Vi., Atto Not. Crestan Menegatti, II agosto 1643).
(pag. 251-252) - Marcolongo Gabriele, massaro
1633, I agosto. Il vescovo Marco Corner, completata la visita pastorale ad Enego, si mette in cammino per Foza.
...Viene quindi l'altare dell'Assunta, tutto in legno dorato: è affidato alla Confraternita della Madonna con duecento iscritti d'ambo i sessi, rappresentati dal massaro Gabriele Marcolongo....
(A.C.P., Visite Pastorali, XX, 420 V, 1-2 agosto 1633).
(pag. 258) - Marcolongo Gabriele, massaro
1659, 3 giugno. Il massaro di chiesa, misser Gabriele Marcolongo, il decano del paese, misser Bortolo Lunardi ed altri rappresentanti del comune si accordano <<con il Magnifico Ser Minin quondam (fu) Pase Camolli di Primolano abitta a Bassano di indorare la palla del Santissimo...>> (A.S.Vi., Atto Not. Crestan Menegatti, 3 giugno 1659).
(pag. 259) - Marcolongo Gabriele, massaro
1661, 9 maggio. Come si può notare, i preti extradiocesani a Foza non fanno radici... Il 22 febbraio 1660 l'amministrazione comunale aveva incaricato misser Gabriele Marcolongo fu Giacomo a scendere a Padova dal Vescovo a chiedergli <<per sua bontà et misericordia...>> di voler lasciare loro ancora un po' il loro curato don Domenico, ma il vescovo, pur accondiscendendo in parte alla loro richiesta, era stato sostanzialmente irremovibile (A.S.Vi., Atto Not. Crestan Menegatti, 22 febbraio 1660).
(pag. 263) - Marcolongo Gaspare
1677, 10 settembre. Finalmente, dopo sette anni dal primo incarico, il lavoro di copertura della chiesa arriva in porto, ma ad eseguirlo sarà uno del paese, misser Gasparo Marcolongo. Egli lo farà, come accordato, <<a tutta perfettione, per il pretio più infimo che verrà praticato in questo loco, in Galio o in Asiago...>> (tanto i "fozati" valutano il loro talento e il loro lavoro rispetto a quelli delle altre comunità dell'Altopiano!) (A.S.Vi.,Atto Not. Marco Lunardi, 10 settembre 1677).
(pag. 107) - Marcolongo Gaspare, romito
... Alla morte del Lazzari (1678), l'eremo resterà per qualche anno deserto, sino a che un altro figlio di Foza, fra Gaspero Marcolongo (1683), non accetterà anche lui di consacrare i suoi giorni a Dio, in questo luogo di solitudine e di preghiera.
La presenza di fra Gaspero sul Pubel durerà sino al 1723 circa...
(pag. 209) - Marcolongo Gaspare, romito
89. Fra Gasparo Marcolongo, durante la visita del cardinale Gregorio Barbarigo del 1687, si presentava vestito nella sua divisa (A.C.P., Vis. Past., LV, 218-236, 18 settembre 1687).
(pag. 210) - Marcolongo Gaspare, romito
100. Anche fra Gaspero Marcolongo di Marco ci viene presentato, la prima volta, come eremita di San Francesco nella Visita Pastorale del 1687 (A.C.P., Vis. Past., LV, 18 settembre 1687).
(pag. 269) - Marcolongo Gaspare, romito
1687, 18 settembre. E' a Foza, giuntovi stavolta da Gallio, per la sua terza e ultima visita pastorale, il vescovo Gregorio Barbarigo.
...In parrocchia, presso la chiesetta di san Francesco, abita come sempre l'eremita. Attualmente, si chiama fra Gasparo Marcolongo, del Terz'Ordine di San Francesco. Indossa la sua divisa e, richiesto dal vescovo, mostra anche il suo patentino, rilasciatogli dalla curia vescovile di Padova il 18 ottobre 1686 (A.C.P. Visite Pastorali, LV, 218-236. 18 settembre 1687).
(pag. 168) - Marcolongo Giacomino fu M., sindaco
229. Il 23 novembre 1602 gli eredi Franceschini di Valstagna, proprietari di beni a Foza ed evasori di colte non pagate, affidavano il loro contenzioso col comune al notaio G.Antonio Grassi di Valstagna e a Giovanni Antonio Laste da Bassano (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 23 novembre 1602), Il nuovo accordo, raggiunto nel 1611, verrà accettato e ratificato per iniziativa dei sindaci ser Giacomino Marcolongo fu Marco e ser Cristan Cappellari fu Marco (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati. 12 settembre 1611).
(pag. 208) - Marcolongo Giovanni, Giacomo, Gino, Raimondo, soldati
63. ...All'esterno, (del Monumento ai Caduti) due lapidi ricordano e caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale.
I caduti della Prima Guerra Mondiale (1915-1918) sono quarantaquattro e rispondono ai nomi di:
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32. Marcolongo Giovanni
33. Marcolongo Giacomo
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I Caduti della Seconda Guerra Mondiale (1940-1945) sono diciannove (di cui sei partigiani) e rispondono ai nomi di:
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13. Marcolongo Gino
14. Marcolongo Raimondo
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(pag. 165) - Marcolongo Gian Antonio
205. Il 2 dicembre 1760, tuttavia, il comune di Foza, irritato dai continui disturbi ai suoi confini, risolve di <<spedire due agenti a protiestare al sindaco e governatori della Spettabile Comunità di Valstagna, cioè di farli un prottesto in nome di questa Comunità, che si contentino di far stare i loro compatrioti dentro i loro assegnati confini e che non venghino a danneggiare in conto alcuno nei medesimi sitti assegnati a Foza>>. I due agenti della comunità spediti a Valstagna presso il sindaco Zuanne Saltarello, saranno Cristan Cappellari fu Piero e Gian Antonio Marcolongo (A.S.Vi., Atto Not. Michele Lazzari, 2 dicembre 1760)....
(pag. 141) - Marcolongo Gianese
26. Il documento, di particolare importanza, merita forse di essere riportato per intero.
Il 24 maggio 1609, a Foza <<sulla via presso il cimitero>>, la pubblica e generale convicinia elegge <<per i suoi giurati et governatori generali del comun publico di Foza li sudetti ser Battista quondam Piero di Lunardi, ser Zuanne quondam Marco Lazaretto, ser Piero quondam Cristan Gheller, ser Bastian quondam Lunardo di Alberti, ser Cristan quondam Marco Capellaro, ser Zuanne quondam Gregorio di Contri, ser Cristan quondam Bortolo de Lazari, ser Giacomin quondam Donà di Martini, ser Francesco quondam Gianese della Stona, ser Gianese quondam Bortolo Marcolongo, tutti dieci presenti e acetanti, ser Vicenzo quondam Antonio di Lunardi del Pra et ser Domenego quondam Gianese di Martini absenti come presenti.
Quali 12 huomeni giurati et governatori possino reger et governare tutte le cose del comun predetto de Foza per un anno tanto, principiando adì presente et finendo alli 24 maggio 1610. Potendo far un degan, scoder ogni sorte de crediti et meter colte per pagar debite necessarie nel comun predetto, far un exatore che scodi dette colte con quel salario che li parerà conveniente, et in soma far tuto quello et quanto farà bisogno nel comun predetto in detto anno havendo autorità espressa di Giurati di risolvere ogni et qualunque cosa necessaria che acaderà nel comun predetto come meglio li parerà espediente....
Present. Reverendo presbitero Antonio Coletto Rectore ecclesie predicte et domino Jo. de Bonaiunctis de Norsia ambodus testibus>> (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 24 maggio 1609).
(pag. 178) - Marcolongo Gianese
322. Alvise Lunardi Dal Prà e i fratelli Gaspero e Gianese Marcolongo, il 22 febbraio 1621, sotto il portico della canonica, facevano pace <<delle ferite ricevute detto Piero di Lunardi di una stochata nella panza dal detto Gianese Marcolongo et detto Gianese della pintonada con una palla di nieve sopra la testa dal detto Alvise di Lunardi il mese di dicembre passato>>. (A.S.Vi., Atto Not. Antonio Fincati, 22 febbraio 1621).
(pag. 168) - Marcolongo Gio Paulo
241. La memoria dell'avvenimento ci viene conservata dallo stesso notaio Stefano Menegatti nelle sue abbreviature: <<Essendo che questo giorno sia perfecionato l'opera di scorporacione della montagna del Sasso Rosso di ragione di consorti Oro, in essecutione et vigor della vicinia de rimessa tra Ori et consorti Biasia 26 agosto 1708, il Comune sive Governatori hanno fatto seguire la perticatione et incontri prescritti in detta rimessa sotto li II giugno pasatto sui li 26 detto di campi duecento et quarantadue, tavole 169 per me infrascritto Nodaro, Domino Domenigo Faganello, Domino Gierolamo Bau del Sasso di Asiago eletti dalla Comunità con l'asistenza et agiutante di Domino Gio Maria Capelaro, D.Gio Paulo Marcolongo, D.Gio Maria Lunardi, D.Valantin Lunardi governatori, come pure la continua assistenza delli sudetti consorti Ori e Biasia con darli di giorno in giorno alli sudetti Ori così ricercatta di sera la quantità del numero di campi fatti et misuratti et si era per continuare allo perfecionare dell'opera delli campi aspettanti alli predetti Ori, et fra il tempo li sudetti Consorti Ori hanno fatto corer et intimar tal qual mandato li 23 giugno passato nelli Atti Nieri al sigillo che si deba disister e più ponerli mano in essa perticatione, nè meno fissar termini.
Doppo di che siamo riportati questo giorno di perfecionare l'opera nei sopra schriti con l'ordine di mandato 30 luglio passato Atti del signor Carlo Cisotto Nodaro al Sigillo, et fissar termini in essa montagna con l'assistenza a noi fatta dalli infrascritti Signori Governatori Antonio Lunardi, Giacomin Lazari,Marco Lazzaretto, Paullo quondam Gregorio Marcolongo, Simion Capellari, Battista quondam Piero Capellaro, Domenico Lunardi, Gio Maria Contri, Zuanne Lunardi Costa, uniti con il degano Pietro Antonio Lunardi et altri particolari al numero di 7 huomini di questa Comunità, et si li à scorporato altri campi due e mezzo, tavole 251 che fanno uniti con li c. 241 tav. 169, campi numero 245, giusto al suo acquisto fatto dalli Signori Sartori di Bassano l'anno 1663, 8 marzo nelli atti del quondam Crestan Menegatti Nodaro et si à posto et fissato li termini et traslado beni comuni desurpadi dalli sudetti Ori, campi vinti otto circha più o meno...>> (A.S.Vi., Atto Not.Stefano Menegatti, 4 agosto 1711).
(pag. 247) - Marcolongo Giovanni, massaro
1602, 30 agosto......Quanto alle scarse entrate della chiesa, esse sono amministrate dai due massari o fabbriceri, in carica ormai da dieci anni, Giovanni Marcolongo fu Bartolomeo e Domenico Contri fu Michele: consistono in un'affittanza del reddito di quattro ducati all'anno e nelle elemosine della prima domenica del mese e delle feste della Madonna, e sono tutte spese per il culto e la luminaria......
(pag. 168) - Marcolongo Giovanni Battista e Gregorio
236. Si tratta di fittavoli come i Cappellari, già menzionati, o i fratelli Giovanni Battista e Gregorio Marcolongo fu Zuanne, che si fanno avanti per contestargli il mancato pagamento delle colte al comune (A.S.Vi., Atto Not. Lunardi, 16 febbraio 1680).
(pag. 184) - Marcolongo Gregorio, massaro
21. Il primo massaro della fraglia di Santa Maria compare nel 1536 e si chiama ser Gregorio Marcolongo (A.S.Vi., Atto Not. A.Fincati, 14 gennaio 1536).
(pag. 235) - Marcolongo Gregorio, massaro
1536, 14 gennaio. Al monastero di Campese, i sindaci di Foza, ser Domenico fu Ser Leonardo di Pasquale e ser Leonardo fu Domenico di Contro, il massaro della chiesa, ser Gregorio fu ser Nicolò Marcolongo e il decano del comune, Alvise di ser Luca di Contro, presentano, in seguito a rinuncia del parroco precedente, al priore don Placido di Novara, perchè lo accetti, il nuovo parroco eletto, don Gaspare fu ser Bernardino Gianese di Valstagna (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 1 gennaio 1536).
(pag. 151) - Marcolongo Donato
129. Uno dei primi documenti notarili del Cinquecento.....in contrà di Gavelle, .....confinanti a mezzogiorno con Donato fu Marcolongo, a monte con gli eredi Marcolongo e a sera coi beni del comune (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 9 maggio 1530).
(pag. 236) - Marcolongo Gregorio
1545, 31 dicembre. Morto don Marini, la comunità di Foza addiviene a nuove elezioni.
L'ultimo giorno dell'anno 1545, arrivano a Campese nella cellereria del monastero ser Gregorio Marcolongo, ser Zuanantonio Lunardi e ser Alvise Contro, deputati della comunità, a presentare al priore, don Vincenzo da Mantova, il nuovo eletto...... (A.S.Vi., Atto Not. B.Sguario, 31 dicembre 1545).
(pag. 272) - Marcolongo Gregorio
1738, 7-8 luglio. Zuanne Stona, Giambattista Oro e Gregorio Marcolongo, con procura del comune, si accordano col fonditore di campane Martino Picenini di Treviso, perchè venga a Foza a fondere due campane della chiesa, la più grande a la più piccola, che non vanno d'accordo fra loro.
Ma il Picenini, nel contratto firmato in canonica l'8 luglio 1738, si accontenta e si impegna di fondere soltanto la maggiore (di 1634 libbre, cioè di circa otto quintali)..... (A.S.Vi., Atto Not. F.Antonio Omizzolo, 7-8 luglio 1738).
(pag. 382) - Marcolongo Paolo e Gregorio
DORNECH. O anche Dorench.
In "cimbro" significa, più o meno, Colle Arido, Secco...
Località riportata dai documenti archivistici con riferimento alla Valpiana, dove nel 1530 i fratelli Paolo e Gregorio Marcolongo avevano diciotto campi da dividere fra loro (A.S.Vi., Atto Not. Andrea Fincati, 15 agosto 1530)......
(pag. 210) - Marcolongo Marco
99. il 19 maggio 1680 misser Antonio Lazzaretto, decano del comune dichiara davanti al notaio di Foza Lunardi Marco di aver "dato et consignato la chiave del eremo che è fuori de S.Francesco sul Ziogo, insieme con tutte le robbe che sono di ragione del luoco medemo, inventariate il 3 (?) 1678 a misser Marco q.Antonio Marcolongo ivi presente accettante... con obbligo al medemo, che pur si obliga di quelle conservar nel modo stato et essere che si ritrovano, come pure promette aver cura et custodia del luoco medesimo, che vol dir della Chiesa e delli boschi et altro, et di conservarli nel modo che si deve e come deve esser custodito un luoco sì pio. Et ciò ad ogni buon fine et effetto e a gloria del Signor Iddio e di San Francesco" (A.S.Vi., Atto Not. Marco Lunardi, 19 maggio 1680)......
(pag. 243-244) - Marcolongo Zaneto, massaro-Marcolongo Paolo
1587, 14 settembre. .....Inventario de li beni de la giesia de Santa Maria de Foza fatto adì dicto, de comissione et in presentia de li Reverendo misser prè Jacomin de Perenzani curato et retor in dicta giesia et Zuan Perenzan et misser Martin de Martini et misser Jacomin Capelaro, tutti tri sindici et governatori de Foza et Domenico de ser Matio Capelaro et Zaneto quondam Marcolongo massari a dicta chiesia de Santa Maria de Foza ut infra:
.....
- Item uno fitto quale paga Zaneto quondam Antonio Homizolo lassato per Pollo Marcolongo de Foza, quale è de troni tri al ano, L. 3 in dinari.
..... (A.S.Vi., Atto Not. Gianesino Fincati, 14 settembre 1587)
(pag. 140) - Marcolongo Paolo, sindaco
20. A.S.Vi., Atto Not. A.Fincati, 20 marzo 1530. Oltre al decano ser Domenico Pasquale fu Lunardo, vi si menzionano i tre sindaci: ser Paolo Marcolongo fu Nicolò, ser Giovanni Menegatti, e ser Martino Cappellari.
(pag. 280) - Marcolongo Pietro, cappellano
1790, 27 settembre. Al posto di cappellano, lasciato vuoto da don Bartolomeo Ceschi, viene a trovarsi don Pietro Marcolongo (A.S.Vi., Atto Not. Michele Lazzari, 27 settembre 1790).
(pag. 53) - Marcolongo Vincenzo fu Giacomo, bandito
.....In effetti, sia a Foza,come altrove, c'erano banditi e banditi: banditi, come Vincenzo Marcolongo fu Giacomo, Giacomin Duro detto Cisco, o come i fratelli Marino e Valentino Menegatti fu Nicolò, il cui arresto e la cui consegna alla Giustizia nel 1628, potevano valere per baratto addirittura la liberazione di altri, e c'erano banditi che, quantunque arrestati, continuavano a godere la stima e l'affetto di tutta la comunità, comprese le autorità pubbliche.....
(pag. 233) - Donato fu Marco Longo, sindaco
1515, 22 agosto. Passata la bufera della guerra di Cambrai (1508-1518) con le sue rovine e devastazioni, il comune di Foza, per mezzo del sindaco, Donato fu Marco Longo, e i due consiglieri Bernardino Cappellari e Bartolomeo Ceschi, rinnova col convento di Campese il contratto di locazione del monte Miela......
(A.S.M., Fondo Religione di San Benedetto Po, Cart. 216, fasc. q: Atto Not. Gervaso Montin, 22 agosto 1515).