I Marcolungo di Sarego (VI)
Marcolungo Carlo (Sarego – Vicenza - Italia) 5/6/98
… Come da sua richiesta voglio metterla al corrente delle origini dei Marcolungo che abitano a Sarego, sugli avi la cui storia sono riuscito a farmi raccontare da mio zio Giuseppe, che si può definire la memoria storica della famiglia, infatti essendo il più giovane dei fratelli seguiva il proprio padre Angelo con il gregge, quando le pecore erano tranquille si riposavano ed allora iniziava a raccontargli le storie, i fatti e le vicende della nostra famiglia.
E in particolare ricorda che il padre Angelo gli raccontava di suo nonno Giovanni di cui non sa purtroppo né la data di nascita né la data della sua morte, che fu obbligato ad arruolarsi nell'esercito napoleonico e che in seguito alla disfatta di Russia riuscì a sopravvivere e a fuggire rifuginadosi nel Friuli. Viene aiutato da una famiglia locale e quando la situazione si fece normale ritornò con ogni probabilità sull'Altopiano di Asiago. Non si scordò però della ragazza che lo aveva aiutato a superare le momentanee avversità, ritornò nel Friuli e se la sposò. E probabile che la nuova famiglia si trasferì nel basso vicentino ed in particola modo a Villa del Ferro nel comune di San Germano dei Berici, dove nacquero i figli Giacomo nel 1831 e due gemelli che morirono però all'età di un anno. La famiglia si trasferì poi a Sarego e il figlio Giacomo si sposò con Smaniotto Libera di Prosdocimo anch'essa dell'Altipiano ed ebbero diversi figli, quattro donne: Lucia, Maria, Giuseppina e Maddalena e due maschi, Giovanni ed Angelo quest'ultimo nato nel 1871 e che è mio nonno.
Il nonno Angelo raccontava che quando i miei bisnonni Giacomo e Libera volevano comunicare tra loro senza farsi comprendere dai figli parlavano in cimbro, anche lo zio ricorda ancora qualche parola, imparata da suo padre, anche se non ne ricorda ormai il significato. Un aneddoto riguardante il bisnonno Giacomo: egli venne istruito dal parroco del paese e quando a conclusione di un contratto con un signorotto del luogo questi voleva imbrogliarlo, gli fece rilevare l’errore commesso nel documento, dimostrando di saper leggere, scrivere e fare di conto e ciò stupì il signore perché secondo lui i poveri dovevano restare analfabeti! Marcolungo Giacomo morì il 7 febbraio 1903 e dal suo testamento, reso pubblico con atto notarile, risulta che si firmava Marcolungo Giacomo.
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La nostra famiglia è sempre stata povera e svolgeva il lavoro di pastore delle pecore di altre persone, in cambio dell’opera prestata richiese delle pecore per cui a poco a poco riuscì a costituire un gregge che raggiunse il numero di cinquanta capi, e non di più perché la possibilità di pascolo in questa zona erano molto scarse; lo mantenne fino al 1955 quando lo zio Domenico emigrò in Francia, in seguito però si tennero sette - otto capi. Ricordo ancora, quand’ero bambino il giorno in cui il gregge tornava dalla montagna e le pecore erano assetate e stanche; del resto anch’io per qualche anno e cioè fino al 1959 ebbi l’incarico di fare pascolare le pecore nel pomeriggio dopo la scuola.
Un fatto particolare e curioso sempre riferito dal nonno Angelo è quello che riguarda un nostro antenato che abitava a Foza. Questi era pastore e stava pascolando le pecore lungo una strada quando sulla stessa passò di gran carriera un calesse di un signore che investì il gregge causando la morte di alcune pecore; ne nacque una discussione che venne conclusa quando quest’avo estrasse un coltello detto "britola" in dialetto e ferì mortalmente l’investitore. Venne processato a Venezia e grande fu la sorpresa dei giudici quando sentirono l’accorata difesa fatta dall’imputato che mostrava padronanza di termini e slancio nel portare in sua difesa le proprie ragioni. Non si sa se venne condannato!
Riguardo il cambiamento del cognome da Marcolongo a Marcolungo io ho cercato tra le vecchie carte per trovare qualche ragione e scoprire quando avvenne il primo errore. Mi sono guardato con cura non uno ma diversi atti notarili o di compravendita oppure atti di trasferimento di diritto di usufrutto in nostro possesso; ebbene all’inizio di questi atti notarili viene riportato il cognome con la "o" alla fine invece con la "u". E questo è molto strano in un atto pubblico perché i due cognomi sono diversi. Anche molti attestati scolastici di alcuni di noi riportano la "o", però all’anagrafe risulta che noi siamo Marcolungo per cui dobbiamo stare molto attenti quando abbiamo bisogno di qualche certificato perché poi sono sempre grane e in genere gli impiegati tendono a scrivere il nostro cognome con la "o".