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Messaggero di sant'Antonio-edizione italiana per l'estero
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Luigi Pallaro
Dal Gazzettino del 12.09.2002
Giovedì, 12 Settembre 2002
S.GIORGIO IN BOSCO
(G.C.) Luigi Pallaro è stato insignito assieme a una dozzina di personalità meritevoli di questo titolo - tra cui l'attore Ben Gazzara, il sindaco di New York Rudolph Giuliani e, con menzione alla memoria, ad Antonio Meucci - del premio "Italiani nel mondo", che riconosce il lavoro e l'impegno sociale di tutta una vita a quanti onorano l'Italia con i propri successi nel campo della cultura, dell'arte, della scienza, della ricerca e dell'imprenditoria. La consegna del premio si è svolta nella terrazza del Vittoriano di Piazza Venezia a Roma, alla presenza del capo dello Stato Ciampi, del presidente del consiglio Berlusconi e del ministro per gli italiani nel mondo Mirko Tremaglia. La serata - presentata da Roberta Capua e Pippo Baudo - sarà trasmessa da Rai Uno oggi alle 23. Nato a San Giorgio in Bosco nel 1926, Luigi Pallaro emigrò giovane con la famiglia in Argentina. Perito industriale, lavorò con impegno a numerose attività che lo portarono negli anni '70 a ricoprire la carica di presidente di Feditalia, confederazione delle federazioni italiane dell'Argentina. Nel 1974 fondò l'associazione Padovani nel mondo, organizzando la collettività italiana lì residente. Nel 1987 venne eletto presidente della camera di commercio italiana in Argentina. Sempre negli anni Settanta fondò la Pallaro HNOS, società che comprende varie attività imprenditoriali e che attualmente impiega oltre 600 persone. Nel 1991 venne insignito del titolo di grand'ufficiale della Repubblica Italiana. Dal 1999, come presidente di Feditalia, organizza il congresso dei giovani argentini di origine italiana. Nel maggio 2000 il comune di San Giorgio in Bosco gli ha conferito il premio "Drago d'oro". Di lui il sindaco Leopoldo Marcolongo dice: "Siamo onorati di avere un concittadino che così degnamente ci rappresenta, tenendo alta la bandiera italiana".
Da Veneti nel mondo del Settembre 2002
Al veneto Luigi Pallaro il premio "Italiano nel Mondo"
Il presidente della Camera di Commercio Italo Argentina è stato premiato a Roma, in occasione della seconda edizione dell’importante evento dedicato ai nostri connazionali all’estero, alla presenza del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e del Ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia
Anche un veneto, il padovano Luigi Pallaro, dirigente d’azienda e presidente della Camera di Commercio Italo Argentina, è stato protagonista della seconda edizione del Premio "Italiani nel Mondo". La manifestazione, promossa dalla "Fondazione Marzio Tremaglia" in collaborazione con la Rai, si è svolta lo scorso 6 settembre a Roma, nella prestigiosa cornice del complesso monumentale del Vittoriano, alla presenza del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e del Ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia.
Un evento dedicato ai nostri connazionali all'estero, nel corso del quale sono stati premiati esponenti delle comunità italiane distintisi nel campo della cultura, delle scienze, dell'imprenditoria e della solidarietà. Oltre a Pallaro, hanno ricevuto l’ambito riconoscimento Carla Zampatti, stilista e presidente della Sbs, emittente televisiva multietnica d'Australia; la presidente dell'Agenzia Transatlantica Argentina, Lidia Sartoris Angeli, che dirige l'Organizzazione Argentina delle Donne Imprenditrici; la missionaria laica del Brasile Rosa Brambilla, fondatrice dell'Associazione Volontari per il Servizio Internazionale, che aiuta ogni anno oltre 2000 bambini; Lord Charles Forte, fondatore di una delle più note catene alberghiere del mondo; il celebre attore italo americano Ben Gazzarra; l’italo-cileno Juan Antonio Garbarino, noto chimico, che nel 2002 ha ricevuto anche il premio della Divulgazione Scientifica dal Consiglio Nazionale delle Ricerche; Alberto Di Giovanni, fondatore del Columbus Center di Toronto, struttura didattica che accoglie oltre 30.000 studenti e diffonde la lingua e la cultura italiana in Canada; il presidente della "Radio Italiana in Argentina", Domenico Pugliese, noto economista e fondatore di un'associazione che fornisce assistenza sanitaria ai centri più poveri. Un riconoscimento "alla memoria" è stato consegnato al figlio di Antonio Macrì, esponente del CGIE recentemente scomparso, che per molti anni ha presieduto l'Ospedale Italiano di Buenos Aires e la Fondazione Culturale Coliseum.
Riconoscimenti speciali sono stati consegnati poi a Daniel Nigro, Sandra Meucci e Lidia M. Bastianich. Nigro è il Capo dei Vigili del Fuoco di New York, "eroe dell'11 settembre", intervistato sul palco da Bruno Vespa e premiato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale ha ricordato come "i vigili del fuoco di New York rappresentino l'eroismo della gente che ama la vita in contrapposizione ai terroristi che amano la morte". Sandra Meucci è invece discendente dell’inventore del telefono Antonio Meucci, mentre Lidia Bastianich è uno degli chef più apprezzati a livello internazionale, che quest'anno ha ricevuto il massimo riconoscimento mondiale e cioè l'ambito "James Beard Foundation Award".
La serata, condotta da Pippo Baudo e Roberta Capua, ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell'attore Giancarlo Giannini, che, sulle note di "C’era una volta in America", ha letto una lettera scritta da un giovane emigrato negli Stati Uniti all'inizio del secolo scorso, e di Alberto Sordi, al quale è stato consegnato un riconoscimento speciale del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per aver rappresentato i diversi aspetti dell'italianità nei suoi film. Lo spettacolo è stato arricchito dalle performance di Katia Ricciarelli, Gianluca Terranova e dalla presenza di Maria Grazia Cucinotta e Claudio Amendola, che stanno lavorando nelle riprese della fiction televisiva "Marcinelle" sul dramma della miniera del Bios Du Cazier, che la Rai trasmetterà nel marzo 2003.
Nel suo intervento conclusivo, il ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia ha ringraziato il Presidente della Repubblica per il significativo messaggio inviato agli organizzatori della manifestazione e ai premiati. "Nella sua missiva – ha detto Tremaglia - il Capo dello Stato ha ribadito una grande verità e cioè che gli italiani all'estero hanno conquistato il mondo sul piano del progresso e della civiltà". "Il nostro obiettivo – ha aggiunto il ministro, dopo aver sottolineato la necessità di non dimenticare la storia migratoria del nostro Paese e quindi di accogliere con civiltà i tanti rifugiati che giungono in Italia - è quello di far conoscere, anche attraverso la Rai, i connazionali all'estero agli italiani in Patria. Quando partirà la ‘Tv di ritorno’ e verrà aperta una finestra politica, culturale ed economica sull'altra Italia si intensificheranno infatti i legami con le collettività all'estero e si attiverà un business nuovo ed immenso".
In precedenza, Tremaglia aveva rivolto un pensiero proprio alla patria adottiva di Luigi Pallaro, l’Argentina, "un Paese a cui siamo vicini non solo con le parole, ma anche con le opere – ha detto -. Per far fronte alla crisi abbiamo costituito una speciale unità di coordinamento di tutte le Regioni italiane. La nostra sarà un'azione vera, effettiva, perché dobbiamo molto a questo grande Paese, dove metà della popolazione è di origine italiana e dove risiedono 598.000 cittadini italiani. Al fine di fronteggiare la crisi - ha concluso Tremaglia -, abbiamo previsto sia la creazione di una corsia preferenziale per quelli che decideranno di tornare in Italia, sia la sospensione del servizio di leva per i giovani italiani d'Argentina, non per attuare una politica del ritorno, ma per trovare un posto di lavoro agli italiani che desiderano tornare in Patria".
Luigi Pallaro, 74 anni, imprenditore, padovano di San Giorgio in Bosco, in Argentina dal 1952, è un personaggio molto attivo negli ambienti migratori italiani e veneti. Il suo legame con la terra natale è forte e la sua attività lo porta frequentemente a far spola tra l’Argentina e il Veneto. A San Giorgio in Bosco ha ancora la sua casa, nella frazione di Lobia, sul confine tra la provincia di Padova e quella di Vicenza, e proprio i suoi concittadini hanno voluto premiarlo nel 2000 con il "Drago d’Oro", premio che viene annualmente assegnato a una personalità che si è contraddistinta in ambito sociale, culturale ed economico, con questa motivazione: "per i risultati ottenuti in una terra geograficamente lontana, ma a noi vicina per storia e tradizioni, e l’assiduo impegno per promuovere scambi culturali e commerciali, mantenendo vivi i legami tra il paese natio, la regione Veneto e la città di Buenos Aires nello stato dell’Argentina".
Quando partì per il Paese sudamericano aveva previsto di fermarsi solo per un breve periodo, ma poi le circostanze favorevoli lo indussero a rimanere stabilmente. Due anni dopo il suo arrivo divenne dirigente di un’impresa d’impiantistica e in seguito diede vita al "Grupo Pallaro Hnos" (prodotti elettronici e installazioni automatiche), alla "Belo Horizonte", azienda alberghiera e alla "Las Colinas", una grande impresa immobiliare.
Dopo i successi imprenditoriali si dedicò all’attività associazionistica: nei primi anni ’70 nascevano i primi circoli veneti e lui fu uno dei protagonisti di questa fase. Nel 1972 fondò il Circolo dei "Padovani nel mondo" e successivamente divenne presidente di "Feditalia", antica associazione italiana fondata nel 1912, carica che ha recentemente riassunto. In queste vesti contribuì a far nascere nella vasta Repubblica argentina, federazioni e circoscrizioni consolari, promuovendo l’associazionismo in genere. Al suo impegno si deve anche il riconoscimento da parte delle autorità argentine dei Comites e la sua attività è continuata come consultore nazionale e come membro della Consulta dell’emigrazione per la Regione del Veneto. Assunse quindi la presidenza della Camera di Commercio italiana di Buenos Aires, trasformandola in un importante centro di servizi. Un successo, questo, che gli meritò la vicepresidenza delle Camere di Commercio italiane del mondo.
Nel frattempo non ha mai smesso il suo impegno nell’associazionismo, rivolgendo in particolare la propria attenzione ai giovani e favorendo il loro coinvolgimento nelle attività promosse dai sodalizi italo-argentini.
Dal Mattino di Padova del 11.09.2002
Al «Drago d'oro» Pallaro il premio per gli italiani nel mondo
Presidente della Camera di commercio argentina, crede ancora in un paese ricco di materie prime
IL PERSONAGGIO Sangiorgense doc applaudito a Roma
g.do.
SAN GIORGIO IN BOSCO. «Non c'erano speranze di rinascita in Italia, nessuno, allora, poteva prospettarmi un futuro. Così mi sono imbarcato nel '52». Luigi Pallaro ricorda quegli anni, rammaricato «per non aver partecipato alla ricostruzione dell'Italia». In compenso si è tirato su le maniche per «ricosturire l'Argentina», suo paese d'elezione, pur mantenendo il passaporto italiano. Luigi Pallaro è stato premiato venerdì sera dal ministro Mirko Tremaglia nella cerimonia sulla Terazza del Bollettino della Vittoria, al Vittoriano, complesso che dà su piazza Venezia a Roma.
La cerimonia è stata registrata dalla rete televisiva nazionale e verrà trasmessa su Rai Uno domani alle 23.05. Un premio per gli italiani nel mondo consegnato direttamente dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Non ci sono dubbi che appena il Parlamento (con le prossime politiche) accoglierà anche gli eletti dagli italiani all'estero, Pallaro farà parte della squadra.
Nato nel '26 a San Giorgio in Bosco è partito con la famiglia verso le coste argentine. Un diploma di perito industriale in tasca lo ha portato a diventare presidente di Feditalia (la confederazione delle federazioni italiane in Argentina). Nel '74 ha fondato l'associazione Padovani nel mondo e nell'87 è stato eletto ed è tutt'ora presidente della Camera di commercio in Argentina. Drago d'oro 2000, è tornato per una visita al paese natale.
Preoccupa la situazione argentina.
«Per chi non la conosce. Sono pochi gli italiani che tornano al paese d'origine. La crisi politica ha trascinato il crollo del sistema economico ma siamo lo stato che ha la più alta produzione di cereali (2 tonnellate pro capite), 70 milioni di capi di bestiame, il più importante banco del pesce nel mondo, siamo autosufficienti per gas e petrolio. Quando mi presento ai convegni internazionali non mi rimproverano che in Argentina non siamo poveri, ma disorganizzati».
Che cosa manca?
«Il valore aggiunto alle nostre produzioni: inutile vendere grano, vendiamo i biscotti».
Cosa consiglia agli italo-argentini?
«Di rimanere in Argentina, per non rammaricarsi di aver perso l'occasione giusta, come ho fatto io». (g.do.)
Museo dell'Emigrazione Veneta
Visita la sezione dedicata al museo dell'emigrazione su Facebook e sul Blog http://leopoldomarcolongo.blogspot.com/2010/04/museo-dellemigrazione-veneta-di-san.html, un progetto per la realizzazione di una sede museale che ospiterà la storia dell'epopea migratoria veneta. Un luogo per ricordare, ma che vuole diventare anche uno spazio per mantenere vivi i contatti con i nostri emigrati all'estero, soprattutto i giovani.
Quella degli emigranti Veneti – e di altre Regioni italiane – nel mondo, è un’epopea sostanzialmente dimenticata. Eppure nei cento anni in cui si è svolta, dal 1870 al 1970, solo per i Veneti si stimano oltre tre milioni di partenze. Emblematico il caso del Comune di San Giorgio in Bosco, dalle cui contrade nel solo periodo dal 1870 al 1898 sono partiti oltre quattromila concittadini.
Al fine di documentare l’importante fenomeno, l’Amministrazione comunale di San Giorgio in Bosco, di concerto con la Regione del Veneto ed il Parlamento Italiano, si è fatta promotrice dell’istituzione del Museo regionale dell’Emigrazione.
Il progetto prevede il recupero del corpo principale di Villa Bembo (sec.XVI), le cui imponenti barchesse, già restaurate, sono dal 2001 sede comunale.
San Giorgio in Bosco, anche per la posizione centrale nella Regione Veneto, sembra possedere al meglio le caratteristiche necessarie per diventare sede di un museo che diventerà luogo di didattica, tutela e valorizzazione delle testimonianze storiche dell’Emigrazione Veneta nel Mondo.
Museo Nazionale Emigrazione Italiana
Visitate il sito del Museo Nazionale Emigrazione Italiana (MEI)